domenica 31 dicembre 2006

eleonora

L'essere arte come alibi, o l'essere porno come colpa. L'opera porno può essere sezionata, venire estratto un particolare, esaltato, reso opera d'arte. Come la vignetta tratta da una tavola di fumetti e ingrandita da Roy Lichtenstein diviene arte. Come ha fatto Jeff Koons dei suoi amplessi con Ilona Staller, ingranditi ed esaltati alle pareti della Biennale di Venezia. Quelle stesse foto divengono facilmente bassa pornografia se riprodotte sulle pagine di riviste hard. La rivista é vietata ai minori di 18, anni la mostra alla Biennale no. L'immagine é la stessa, il mezzo cambia..... E si cerca di santificare l'immagine pornografica mettendola in cornice come un quadro (l'arte ufficiale), mondandola così dei contenuti bassi. Ma si può provare a ribaltare la tendenza. Ecco allora che quell'immagine consacrata dall'arte, procede nella propria storia eliminando le strutture che la sorreggono, fatte di forzature estetiche e strutturali, di critica intimidatoria, di allucinazioni sociologiche... E si mette al servizio del piacere della ricerca. Non é più (solo) arte, non é più (solo) porno.... E' tutto, meglio, ricerca del tutto.... Perché non dovremmo apprezzare una modella che ama mostrarsi di fronte ad un obiettivo fotografico? Non dovremmo farlo perché quelle immagini non sono codificate come arte? Non dovremmo farlo per non camminare nei territori volgari della pornografia? Davvero quelle immagini sono volgari? Davvero ciò che alla modella fa piacere mostrare é volgarità? Davvero l'obiettivo del fotografo é volgare? Hanno davvero bisogno quelle immagini della consacrazione artistica? Non la cercano certo, ma altre simili lo fanno.... Meglio allora provare a ricercare, senza alibi artistici, senza timori di apparire volgari. Provare a ricercare tutto con piacere.